lunedì 12 marzo 2012

Biglietto da Visita: quando e come usarlo

Il biglietto da visita ha origini antichissime, la sua nascita è da alcuni fatta risalire al 1500, e rappresenta da sempre un simbolo di “presentazione della persona” che conserva ancor’oggi un suo fascino. Il cartoncino personale rimane un mezzo utile per fornire i propri dati nei rapporti di lavoro, di conoscenza o per accompagnare un semplice pensiero.
Ognuno può decidere di creare da solo il proprio biglietto da visita. In commercio ne esistono di vari tipi, dai più bizzarri ai modelli più classici, ma secondo il Galateo il giusto biglietto dovrebbe sempre essere sobrio, senza caratteri tipografici particolari e mai stampato su cartoncini colorati. L’ideale è scegliere un cartoncino bianco con caratteri in corsivo inglese o in stampatello nei toni del nero, ma se decidete di optare per caratteri e decorazioni diverse, non dimenticate il buon gusto. È bene ricordare che il biglietto da visita può essere diverso in base all’uso che si desidera farne: professionale, personale, di coppia, ognuno di questi biglietti parla di voi agli altri. Ecco alcuni esempi da seguire:
Nell’uso professionale: s’indicano al centro del cartoncino nome, cognome, professione. In basso a destra, invece, codice fiscale e partita IVA. Infine, a sinistra, indirizzo, e-mail, recapito telefonico e fax.
Nell’uso personale: al centro vanno indicati solo nome e cognome e, per le Signore, il cognome da sposata seguito da quello da nubile.
Nell’uso di coppia: al centro i nomi dei coniugi seguiti dal cognome del marito. In alto a sinistra, se si desidera, indirizzo e numero di telefono.
Quando? Solitamente il biglietto da visita accompagna regali, ringraziamenti, ricorrenze, congratulazioni e condoglianze. L’importante è usare un linguaggio chiaro, con tono amichevole, mai banale e mai retorico.
[fonte: luukmagazine.com]

mercoledì 7 marzo 2012

Uso del biglietto da visita

Per quanto in rarefazione, l'uso del biglietto da visita personale, l'antico "biglietto da tasca", resta gradita forma presso molte culture. Sebbene la sua utilità abbia alcune analogie col biglietto professionale (erede del vecchio "biglietto reclamistico"), la fornitura dei propri recapiti per mezzo di quello personale ha il profondo significato di indicare il personale piacere dell'eventuale presentazione o del futuro contatto, non già l'interesse economico.
Il galateo corrente sino alla prima metà del Novecento ne ha codificato l'uso in forme alquanto rigorose. Per questo, il biglietto personale è rigorosamente piccolo, in cartoncino Bristol di colore esclusivamente bianco e riporta al centro (in caratteri di corsivo inglese) nome e cognome eventualmente preceduti dal titolo (per la donna maritata nome, cognome del marito, cognome suo, nessun titolo); sino ai primi del Novecento era considerato poco elegante fregiarsi di titoli professionali.
I titoli stampati sul biglietto non vanno, come invece spesso accade di vedere, cancellati mai: all'intento di sincera modestia ("non ci tengo", che già ci fa chiedere allora perché vi siano i titoli), si sostituisce in itinere una deprecabile apparenza di paterno avvicinamento discendente ("sono tale, ma a te che non lo sei non voglio farlo pesare"). Inoltre, l'unica eccezione ammessa rende di cattivo auspicio questa pratica: sebbene sia molto in uso il telegramma (e forse presto lo sarà anche la e-mail), l'invio di condoglianze su un biglietto da visita resta la forma classica da preferire. In questo caso si può alternativamente sbarrare l'angolo in alto a sinistra oppure l'intera intestazione, nello stesso verso diagonale (e scrivendo sul retro un asciutto, sobrio messaggio di partecipazione al lutto).
Entrando in una casa od in qualsiasi occasione si venga ricevuti da persona diversa da quella da cui si è attesi, si affiderà un proprio biglietto (professionale se la visita è di lavoro) a chi apre, perché lo porti all'interessato (il quale, anche se lo si conosca con familiarità, non lo renderà mai, visto che restituire un biglietto costituisce sempre offesa grave, pari al rifiuto di detenere alcunché del titolare, nemmeno il nome).
Obbligatoriamente, un mazzo di fiori deve essere accompagnato dal biglietto (imbustato e possibilmente chiuso con uno spillo); laddove si tratti di donna che abbia perduto con rimpianto il nubilato, non volendo farle perdere anche la tranquillità, si eviteranno direttamente i fiori, che non possono giungere anonimi né sotto travisata identità, ma sempre appunto col sigillo del biglietto.
Per alcune occorrenze (risposta ad auguri e condoglianze) è molto apprezzato il biglietto unico dei coniugi, in cui il nome del marito precede quello della moglie ed il solo cognome di lui, anche senza recapiti (essendo di risposta). Naturalmente, le innovazioni rispetto alla forma classica necessitano di valide ragioni per poter suscitare calorosa accoglienza presso i destinatari della cartouche; l'uso di caratteri moderni, di foto o di altre fantasiosità resta in buona misura deprecato. Un "rispettoso" biglietto personale esce da un apposito portabiglietti, non direttamente dalla pochette al modo degli arbitri di calcio; l'accessorio, in genere in argento o in tartaruga per gli uomini (mentre le donne ne usano solo uno da tavolo) consentirà un migliore stato di conservazione del biglietto, che non deve essere profumato, né gualcito, né ovviamente macchiato.
[fonte: wikipedia]

martedì 6 marzo 2012

La storia del biglietto da visita

Ediprint. Secondo gli antichi cerimoniali cinesi, ogni persona che si recava a visitare un mandarino si annunciava con una striscia di carta, sulla quale erano riportati il suo nome e gli eventuali attributi e titoli che si competevano. Pericle faceva precedere le sue visite alla bella Aspasia da un dono, al quale univa una striscia di papiro sulla quale era vergato solo il suo nome.
Il biglietto da visita viene inventato in Francia attorno al 1700.
In Italia iniziarono a diffondersi attorno al 1730. Il biglietto da visita è ricordato in una commedia di Goldoni
Originariamente erano dei cartoncini manoscritti, verso il 1750 cominciarono a diffondersi modelli stampati, i primi esemplari col solo nome della persona, i successivi con anche motivi decorativi e stemmi.
Il moderno biglietto da visita è più spesso utilizzato per lavoro e contiene la ragione sociale e il logo della ditta, il nome e la mansione della persona oltre a una serie più o meno completa di dati anagrafici fra cui indirizzo e recapito telefonico sono praticamente sempre presenti, accompagnati sempre più spesso da indirizzo di e-mail.
Talvolta può essere indicato anche il recapito privato dell'utilizzatore del biglietto. Presso chi svolge certe attività e all'estero va diffondendosi l'uso di inserire nel contenuto del biglietto anche una fotografia del titolare del biglietto stesso.
Per quanto riguarda il supporto, la maggior parte dei biglietti da visita sono realizzati su cartoncino da 350 gr/m², sempre più usati materiali particolari come plastica (PVC) da 300 micron (biglietti da visita metallizzati, trasparenti, bianchi, policristallo) e da poco anche un altro materiale come il cartoncino gommato che riscuote sempre più successo e magari con labbratura a specchio. Il formato più usato è 8,5 cm × 5,5 cm da 350 gr/m² non plastificato.
Il formato è piuttosto vario anche se recentemente va sempre più affermandosi il formato "carta di credito" per la sua praticità. Non molto diffusi sono i biglietti da visita con forme diverse dal classico rettangolo, o ripiegati mentre più comuni sono i biglietti fronte e retro con gli stessi dati in due lingue diverse sulle due facce. 
[fonte: wikipedia]